oh noh santoh cieloh

oh noh santoh cieloh

io 1/4..

SE AVESSI LE RISPOSTE A TUTTO INSEGNEREI TEOLOGIA A PARIGI... E INVECE LAVORO NEL MKTG A MILANO! - il seguente blog non e' chiaramente una testata giornalistica, ma la solita dichiarazione narcisistica d'esistenza. a volte sono fatti miei e a volte no... e comunque e' solo umorismo.

Conciliare il 2.0 con i comodini del '20: noi può!

1° episodio - lista della spesa: pending o missing??



io - Ti ho chiamato, non mi rispondevi. Disturbavo?

lui - No, ho avuto problemi con la work station, poi è arrivato il tecnico. Devo mandare delle e-mail, caricare il blackberry, controllare il progetto nuovo, cambiarne l’homepage, poi una call con US e poi un meeting con il director.

io - Ahh, beh.. io non ho più una to-do-list, nessun pending e nessuna deadlines da rispettare. Meeting neanche a parlarne, e poi non mi occupo più nemmeno delle newsletter, il sito è stato reindirizzato ad un altro stato, e l’unica cosa che mi è rimasta è di postare sul mio blog e chattare con le mie amiche. Ufff


C’è da rassegnarsi…
Caro Tesoro, noi non avremo mai delle calamite sul frigo, ma una bulletin board su cui postare la lista della spesa.

(d'altronde il tuo capo ti ha regalato una cornice multimediale, e la mia amica mi brieffa sul capodanno..., vedi un po’ tu)

POST and watch IT!

io ho delle piccole manie compulsive da ufficio. niente di preoccupante. cose tipo
- preferisco il pc al fisso
-copro la sedia con uno scialle per evitare che mi rovini i vestiti
-sgombero la scrivania prima di uscire
-archivio archivio archivio
e soprattutto, ma dico SOPRA A TUTTO, io AMO I POST IT!

è ovvio quindi che questo abbia avuto una certa presa su di me!




EepyBird's Sticky Note experiment from Eepybird on Vimeo.

Come vede il film Alessio Guzzano: omaggio a un critico criticone e al vecchio nome della rubrica.


come vede i film Alessio Guzzano: ad occhi chiusi! hanno cambiato il nome alla rubrica e adesso dobbiamo inventarci una nuova battuta!

***
Stamattina, complice la morbosa curiosità di vedere che fosse stato scritto su Romanzo Criminale La Serie, e data la buca che la mia amica mi ha dato per la prima di ieri sera, ho fatto un piccolo salto nel passato ravvivando una mia vecchia passione nata da quando mi sono trasferita a milano e nutrita da un uomo, insuperabile, grandissimo..che in inglese sarebbe larger than life e noialtri ci dobbiamo tenere il solito vecchio banale aggettivo mitico! E vabbè, non me ne voglia.
Ho rispolverato la vecchia abitudine di aprire City di milano, freepress che si trova comodamente all’imbocco delle scale della metro. Non lo facevo da un po’.. e stamattina, giungendo alla pagina 30 del comodo formato tabloid, ti ritrovo una mia vecchia fiamma. Fiamma nel senso che mica ci sono mai stata. Per la verità non l’ho neanche mai visto né sentito parlare, ma dalla prima colonnetta della rubrica mi sono subito innamorata della sua verve. Del suo modo di scrivere e SOPRATTUTTO, del suo modo di giudicare film, fiction e filmetti tv.
Una penna un perché, è proprio il caso di dirlo.
Alessio Guzzano, al secolo, credo, Alessio Guzzano, ha un occhio particolare per il cinema. E una penna che meriterebbe di essere mozzata e ricostruita tipo puzzle.
è come dire una sorta di guilty pleasure.. non so. Io più odio le sue recensioni più lo leggo.
È da lui che ho imparato gli aggettivi si lanciano a casaccio addosso ai sostantivi, che se ne possono addossare due o tre sullo stesso, che più ce ne stanno più ne mettiamo. (Che forse ci pagano a parole). Che un film può sognare geometrici destini fluidi (eh?); quello che recensisce High School Musical 3 cominciando con un excursus che lo vede protagonista al cinema come un adulto single e senza bambini (dimenticando forse che la prerogativa per la visione del film non è il Suo contrario –ammogliato,anziano, prole al seguito- ma giovane, innamorato e privo di responsabilità) e che per finire nel culmine del luogo comune paragonare HSM3 a Dirty Dancing data la paternità di entrambi del regista (come dire che Scarface è uguale a Carlito’s way perché tanto sono entrambi di De Palma e ci sono eroina e pistole).

Comunque io adoro Alessio Guzzano. È l’unico che mi mette in seria difficoltà di lettura e comprensione, secondo solo a Bulgakov.. e non scherzo.
Le sue frasi devo rileggerle circa due volte per riordinare le idee. E una terza per tentare di indovinarne il senso. E adoro il suo lavoro perché quest’uomo è talmente intrepido da partorire colonnette dense dense e incomprensibili tranne che all’autore stesso. Capace di ricreare atmosfere letterali come, parlando di Kim Basinger, viso e occhi segnati da un tempo che non smette di essere biondo, e subito dopo Mani da Oscar nel celare un brutto segreto nel petto che è l’apoteosi dell’arroganza stilistica: cioè che significa?? Che vuoi dire??
Infittisce le righe con i più insulsi dettagli. Ti svela il finale, ti fa passare la voglia di pagare il biglietto del cinema, e non da ultimo, ti lascia quel senso di stupore che si ha solo nei confronti di una mostra tecnico-scientifica allestita da ingegneri nucleari: naaa, troppo difficile per me, che leggo solo men's health.
Comunque dalle pagine di una freepress emerge il nuovo modo di fare critica: il contrario di Vincenzo Mollica. Da sempre tacciato di fare solo critiche benevole, il Mollicone rispose egregiamente: ho uno spazio e critico solo ciò che reputo degno e che mi piace. Non fa una piega. (mmm)
Guzzano probabilmente ha rovesciato il concetto: ho uno spazio e critico; e tutto mi fa cagare o è fatto da un idiota.
Pace!
Ad ogni modo io continuo ad ammirare il genio (?) di quest’uomo: primo perché oggi ho trovato una citazione de I soliti Ignoti e non una qualsiasi battutella riconoscibile, e secondo perché, e qui mi mordo la lingua, ...
...quefta recenfione è fpeciale

il tocco di stile è nella classificazione del film per genere: si contano commedia, trhiller, horror, noir, commedia musicale e .. grottesco!

ALBAKIARA
Regia di Stefano Salvati
Con Raz Degan, Laura Gigante, Alessandro Haber, Davide Rossi, Vito
Grottesco

Sullo sfondo la canzone di Vasco, attualizzata con la K degli sms e della ketamina. In scena il figlio di Vasco, bei pettorali da dj sfacciato che fa sesso on line e finisce torturato a mo’ di “Hostel” da un Raz Degan retrocesso di 20 anni nella carriera. In regia Stefano Salvati. Ha firmato molti videoclip di Vasco (ma anche quello di Venditti con la 16enne Jolie e di Zucchero con la baby Cucinotta). Ma del Vasco rock/pensiero poetico ringhiante non c’è nulla in questo guazzabuglio di giovanilismo, erotismo e thriller/noir che sembra scegliere la caricatura perché incapace di disegnare. Vito bidello spacciatore, Haber patetico salumiere tirato dentro nel colpaccio del nipote, Laura Gigante che esulta per aver trovato la bamba nelle confezioni di zucchero a velo e mette su un rave da b-movie: personaggi sopra le righe a cui non è stato spiegato come farsi le righe in modo credibile (né il sesso orale in serie nel parcheggio della disco). Pinocchio invece di Lucignolo, dialetti al posto della dialettica, superficialità nel descrivere la superficialità. Idee videoclippare: ecstasy calata stile Pac-Man e schermo plurimo aggravato. Per arrivare a ci vuole ben altro che credersi il Tarantino di noialtri.
A.G.


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