oh noh santoh cieloh

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io 1/4..

SE AVESSI LE RISPOSTE A TUTTO INSEGNEREI TEOLOGIA A PARIGI... E INVECE LAVORO NEL MKTG A MILANO! - il seguente blog non e' chiaramente una testata giornalistica, ma la solita dichiarazione narcisistica d'esistenza. a volte sono fatti miei e a volte no... e comunque e' solo umorismo.

un pò di privacy, perfavore...

Appena rientrata dalla pausa pranzo mi becco un sonorosissimo VAFFANCULO dalle mie colleghe.
Colpa mia. Lo ammetto.
Sulla mia scrivania c’era un pacchetto ben incartato. A mio nome. E con una bella grafia.
Io, che conosco i miei polli e miei tesori, riconosco che non può essere un regalo del mio tre quarti (date le dimensioni) perché altrimenti avrei trovato il mio nome scritto in aramaico o al massimo qualche disegno in stilema cuneiforme, un albero della tristezza, una x.. qualcosa di elegantemente basic..retrò, quasi: che ricordi tanto un bambino di 7 anni!
Mi avvicino quatta al pacchetto, che sorride e si bea, se mai un pacchetto possa farlo.
Si gongola quasi, impercettibilmente, quasi a dire “eddai che muori dalla voglia di scartartarmi” e io mettendoci le mani sopra quasi mi faccio prendere dall’intensa voglia di..ma questo vi costa un tot all’ora e non è questo il blog giusto.
Lo prendo in mano, lo guardo, lo tocco un po’.. ci entro in confidenza, e capisco perfettamente ma dissimulo in maniera egregia. Lo poggio ancora sulla scrivania e dico sospirando “vabbè, sarà il resto del regalo da londra” gettando un veloce sguardo sul portamonete che ho ricevuto ieri sera e che è tatticamente accanto alla borsa da parigi, al lipbalsam da londra, e maledico per un attimo di non poter sfoggiare la vite della tour eiffel, e quel maledettissimo mattone del muro di berlino che non mi ha mai portato.

Loro mi guardano e rincarano “senti basta: prima i fiori, poi i regali a lavoro.. e poi??”
E io, stronza all’ultimo stadio, con feroce falsa modestia sospiro “dai sarà una stupidaggine. Andiamo a prendere un caffè” e con il gesto della mano più ottocentesco che riesco a fare le accompagno fuori.

All’improvviso esclamo (e anche questo è strategico) “oh, povera me, ho dimenticato il portamonete” (ah, ah, schiattate, portamonete portamonete)
E li, da sola in ufficio, prendo il portamonete e getto uno sguardo al pacco. “Ho capito cosa sei e cosa contieni.. lo so, mica sono così ingenua sai.. io lo so.. o per l’amor del cielo ora ti apro”

…maledetti stupidi inviti per la fiera!

“allora cos’era il regalo?”
“oh, non saprei. Lo aprirò stasera con calma, e un po’ di privacy.. ci tengo”



1 commento:

PICCHU ha detto...

Che bastarda.

Com'è il gesto ottocentesco?

Quasi me lo vedo e poi tu, strafatta di phard rosa e la pelle bianco latte con il vestito alla Rivombrosa...

passato